Racconto di un naufrago che andò per dieci giorni alla deriva in una zattera senza mangiare né bere, che fu proclamato eroe della patria, baciato dalle reginette di bellezza e reso ricco dalla pubblicità, e poi aborrito dal governo e dimentico per sempre.
A chi l’ha adorato per “Cent’anni di solitudine” potrà sembrare strano, ma c’è stato un tempo in cui Gabriel García Márquez non era un premio Nobel; era semplicemente Gabriel. A quel tempo il futuro best seller lavorava come cronista per El Espectador, un giornale di Bogotà, e gli capitò una storia veramente succosa. È in questo contesto che nacque “Racconto di un naufrago“.
Il racconto aveva le tre caratteristiche perfette per un giornalista-scrittore: l’avventura, il retroscena, la verità.
Di più, il giovane Gabriel (all’epoca nemmeno trentenne) aveva la possibilità di raccogliere la testimonianza del protagonista! La storia di Luis Alejandro Velasco fu pubblicata a puntate sul quotidiano colombiano, con un incredibile successo di pubblico, e successivamente ripubblicata con le foto. Diventò un romanzo nel 1970.
1955. Il marinaio Luis Alejandro è di ritorno in Colombia a bordo del Caldas. Lui e i suoi compagni hanno caricato la nave di regali (principalmente elettrodomestici made in Usa) per i parenti. Durante la traversata, però, il cacciatorpediniere su cui è imbarcato Luis Alejandro incontra una tempesta, e diversi marinai cadono in acqua. Tra questi Alejandro, che da quel momento andrà alla deriva per dieci giorni, unico sopravvissuto tra i naufraghi. Alejandro avvista due elicotteri, ma nessuno lo salva.
In sé la trama è molto semplice, il fatto che sia il protagonista a narrarla in prima persona svela già il finale. Ma non racconta tutta la storia: quello che all’epoca non si disse, e che poi fu ricostruito da Alejandro, è che la nave non incontrò alcuna tempesta, solo un po’ di mare grosso, comunque nulla che giustificasse la pessima gestione tra le onde. Il vero motivo per cui la nave non soccorse i marinai caduti in acqua è che era stata stipata con un carico eccessivo (elettrodomestici e altro materiale di contrabbando), per cui non poteva manovrare.
Era evidente che il racconto, come il cacciatorpediniere, trasportava anch’esso, male assicurato, un carico politico e morale di accuse che non avevamo previsto.
Come lo stesso scrittore riconosce, la capacità narrativa di Velasco è incredibile. Il racconto è condito di dettagli straordinari: il lupo di mare che soffre il viaggio è chiaramente un presagio funesto che si addensa sulla nave prima della tempesta, creando suspense.
Dieci giorni in mare, senza cibo e sotto un sole cocente, sono infinitamente lunghi. La voce narrante descrive bene lo straniamento, la speranza coraggiosa che lentamente diventa paura, prima di trasformarsi in rassegnazione. La solitudine spinge Alejandro a dialogare con inesistenti compagni di viaggio, visioni che lo interrogano e lo processano: «Perché non hai bevuto? Perché non hai mangiato?»
Sa di essere stato abbandonato, ma il culmine dell’assurdo è il momento in cui raggiunge la spiaggia. Come suggerisce il titolo completo, col naufragio il marinaio perde il controllo sulla sua vita e non lo recupera quando torna sulla terraferma. Da quel momento è in balia di altre forze, di altre onde che lo proclamano eroe (ma senza lasciargli raccontare la sua storia) e lo assurgono alla celebrità, salvo scaricarlo nel dimenticatoio senza che lui abbia il potere di opporsi.
Tra i libri di Márquez, questo è quello che mi è piaciuto di meno. Tutto sommato si legge in fretta (sono 116 pagine), quindi l’ho acquistato per completezza. La storia è vera, il che ha senz’altro il suo fascino, se non altro perché è la riedizione, in prima persona e quasi ai giorni nostri, di un’avventura degna di un classico. Tuttavia il lettore di oggi non è adeguatamente coinvolto, insomma, non credo che tra qualche anno tornerò a sfogliarlo.
Autore: Gabriel García Márquez
Genere: Reportage (116 pp.)
Filone: Sud americana
Traduzione: Cesare Acutis
Casa editrice: Mondadori (Oscar Mondadori)
Anno di pubblicazione: 1970
DELLO STESSO AUTORE: NOTIZIA DI UN SEQUESTRO
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