Davvero qualcuno può credere che la politica non assomigli all’amore?
Amore e politica: ne L’uomo in blu, di Alessandro Mazzarelli, i due temi si incrociano continuamente. E non solo perché Valerio, protagonista del romanzo, intreccia la sua vita privata alle vicende come assistente di un deputato della Repubblica. Non è nemmeno perché il lavoro, l’assorbente occupazione di uomo semi-politico, influenza tutte le sue relazioni, interrompendo amicizie, mettendo in pausa fidanzamenti e tagliando cordoni ombelicali. Piuttosto perché per una certa politica, come per un certo amore, bisogna essere portati.
La trama de L’uomo in blu
Conosciamo Valerio come un qualunque ragazzo tra i venti e i trent’anni. Lusingato da un’inservibile laurea umanistica a pieni voti, si barcamena nella vita un po’ a casaccio, senza programmazione; vive con i suoi, si toglie qualche sfizio con le ripetizioni e frequenta Giulia senza troppa intenzione.
La maggior parte del suo tempo la spende da Giufà, con amici idealisti e sfaccendati come lui, a criticare a giorni alterni e con la stessa ingenua sfrontatezza la poesia moderna e la politica. Per lui gli uomini di Stato sono come alieni, visti al tg come in un film di fantascienza; tanto che il primo incontro con un deputato suscita in lui un misto di emozione e paura, dubbi e fascino.
Ho iniziato senza accorgermene. Mi ripetevo che il mese di prova valeva anche per loro, che se non mi fossi trovato bene sarei sempre potuto andar via. Sono rimasto per anni.
Valerio viene captato nell’orbita del pianeta politica per caso e, sebbene s’illuda di poter scendere dalla giostra quando vuole, la forza di attrazione è troppo forte. Il passaggio da assistente di un deputato a uomo ombra di un ministro è inevitabile. La giostra non si può mettere in pausa, se non al prezzo di scendere dal carrozzone. Una volta che Valerio è dentro il sistema, viene messo a parte dei metodi e degli intrighi, dei criteri di valutazione di persone e azioni, dei rapporti con la stampa e con gli elettori, degli accordi sottobanco e degli strumenti per colpire al cuore un avversario.
E qui si scopre che Valerio è meno vergine di quanto sembri: il suo adattarsi repentino alla situazione ne è una spia, un segnale, ma lo è anche tutto il contorno, la vita privata.
Amore e politica
Entra così in gioco l’amore, ambito in cui Valerio è un politico nato, come dimostra la sua capacità di destreggiarsi tra la fedele ma petulante Giulia (l’elettore affezionato, quello che ha la tessera del partito da generazioni e pretende le riforme) e l’appassionata e umorale Elena (l’elettore per calcolo, che sale sul carro di chi può far di lui un vincitore).
Abbandonati i panni dell’eterno studente, Valerio diventa l’uomo in blu, abito d’ordinanza e auto di Stato lanciata a tutta velocità in corsia di sorpasso, perché in politica il tempo è tutto – scandisce le giornate, le conversazioni, il percorso delle leggi, e ne è a sua volta scandita quando sul ministro piomba un provvedimento giudiziario o un’inchiesta giornalistica dai tempi sospetti.
Con uno stile fresco e piacevole, riflessivo ma senza fronzoli, Alessandro Mazzarelli conduce il lettore dentro questi meccanismi, in cima a quella piramide da cui si contempla con distacco e scherno il popolino, con le sue incessanti richieste di raccomandazioni e di favori e di giustizia. Una piramide con una punta acuminata e instabile, su cui serve un equilibrio da giocoliere e da cui è facile cadere.
- Autore: Alessandro Mazzarelli
- Genere: Romanzo (185 pp.)
- Filone: Italiana Contemporanea
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2018
Questa recensione è stata scritta per Critica Letteraria.